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Musa. Museo degli strumenti musicali
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il museo nell'anno 1900

Strumenti esposti nella biblioteca di via Vittoria, fotografia pubblicata nel V Annuario della Regia Accademia di S. Cecilia, 1900

Dalla sua fondazione, nel 1895, il museo dovette attendere ancora qualche anno prima di avere una forma compiuta. Un primo elenco di 41 strumenti destinati espressamente al museo è registrato nell'Annuario del 1897, relativo alle acquisizioni dei tre anni precedenti.

Nel 1900 la raccolta è verosimilmente esposta al pubblico nei locali della biblioteca nella sede di via Vittoria. Ne sono traccia due fotografie che completano la presentazione degli strumenti in collezione, accuratamente descritti dall'accademico Alberto Cametti sul V Annuario dell'Accademia.

Nei tre anni passati dall'ultimo elenco pubblicato, la raccolta si è arricchita di altri trentasei pezzi. Si tratta di strumenti confluiti da quelli in uso per il Liceo musicale, acquistati dall'Accademia appositamente per il museo o donati da diversi collezionisti e accademici, puntualmente indicati, tra i quali il Conte di San Martino, Branzoli e Berwin, ma anche G. Basevi ed Evan Gorga, al quale si deve pure la ricca collezione oggi al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali a Roma.

L'accostamento di strumenti di tradizione popolare ed extraeuropea - circa un terzo del totale - e di strumenti antichi di tradizione colta, fino alle ricostruzioni più o meno fondate dei più remoti "progenitori" degli strumenti moderni, è riconducibile al gusto per l'esotico e il primitivo allora in voga, ma al tempo stesso mostra, nella suddivisione secondo i criteri catalografici elaborati in quegli anni, notevoli sforzi scientifici e risponde alla volontà didattica con la quale si era formata la collezione.

La commistione di strumenti popolari e colti, europei ed extraeuropei, instaura un rapporto di relazione e di confronto tra loro che differenzia in modo significativo questo museo dalla maggior parte delle raccolte coeve che tendevano a isolare le diverse tradizioni.